OLTRARNO PROMUOVE 2.0
LA STORIA

La cultura della manualità

Gonfalone Colombina Oltrarno

Ci sono mille modi diversi per visitare e scoprire “l’altra Firenze”: l’Oltrarno. Il migliore è quello di andarci a piedi, attraversando uno degli storici quattro ponti sull’Arno: ponte alla Carraia, ponte Santa Trinita, ponte Vecchio o ponte alle Grazie. Si entra, così, nel quartiere di Santo Spirito, simboleggiato da una bianca colomba con raggi d’oro in campo azzurro.
Oggi li chiamiamo San Frediano, Santo Spirito, San Niccolò, Porta Romana, ma una prima divisione dell’Oltrarno ha origini lontane, in epoca medievale. Tra la fine del 1200 e gli inizi del 1300 la divisione della città fu abbandonata, per adottare nuovamente la soluzione dei quartieri. Tutto l’Oltrarno fu denominato quartiere di Santo Spirito e le sue aree furono suddivise in 4 gonfaloni: Drago, Ferza, Nicchio e Scala. Essi non erano omogenei per ampiezza, popolazione e tessuto sociale, ma erano caratterizzati da ampi spazi verdi entro le mura e dalla prevalenza di lavoranti dell’arte della lana e di artigiani, specialmente nei due Gonfaloni di San Frediano (Drago) e di Santo Spirito (Ferza).
L’Oltrarno, oggi, rappresenta una realtà viva dove si può cogliere, senza soluzione di continuità col passato, il “brusio” di generazioni di artigiani tenacemente attaccati agli antichi mestieri.
Nel dedalo di viuzze si possono ancora incontrare artigiani che conservano e tramandano originali e raffinati metodi di lavoro, direttamente discendenti da quegli artigiani che, nei secoli passati, hanno arricchito Firenze con i loro manufatti. Essi affidano la loro sopravvivenza al lavoro paziente e meticoloso di ogni giorno che viene apprezzato da chi cerca un manufatto artistico, un pezzo unico.

A SPASSO PER L'OLTRARNO

Gli antichi gonfaloni

Gonfalone del Drago

Il Gonfalone del Drago occupava tutta l’area compresa fra il tratto dell’Arno che va dal ponte Santa Trinita al Torrino di Santa Rosa, le antiche mura che lo congiungevano con Porta San Frediano e Porta Romana (in larga parte conservatesi lungo i viali Ariosto e Petrarca), via dei Serragli fino a via della Chiesa, via delle Caldaie, via del Presto di San Martino e piazza Frescobaldi. Era uno dei Gonfaloni più vasti, con una popolazione in larga parte operaia proveniente dal contado, raccolta attorno ai numerosi insediamenti religiosi. Anima del gonfalone: l’industria tessile, via dei Tessitori, via dei Cardatori, via del Tiratoio e via Sant’Onofrio. Via del Campuccio, via de’ Serragli e viale petrarca ne segnano i limiti territoriali, insieme alla verde presenza del Giardino Torrigiani. Al suo interno il Ponte alla Carraia, edificato tra il 1218 re il 1220.

Gonfalone Drago Oltrarno

Gonfalone della Ferza

Fu qui che Luca Pitti decise di costruire nel 1450 il palazzo come dimora della sua famiglia. Comprendeva un’ampia area racchiusa entro le mura da Porta Romana al Forte Belvedere, la Costa San Giorgio, via Guicciardini, lo Sdrucciolo de’ Pitti, piazza Santo Spirito, via delle Caldaie, via della Chiesa e via dei Serragli fino alla piazza della Calza.
L’antica Porta Romana veniva chiamata di San Pier Gattolino dal nome di una chiesa trecentesca, poi demolita nel 1545. La porta è davvero imponente così come lo sono le mura ad essa adiacenti. A difesa piombante, sono intervallate da torri e proseguono verso il Forte Belvedere separando il Giardino di Boboli dalla campagna ove nell’Ottocento venne tracciato dal Poggi il Viale dei Colli. Nelle ex scuderie dei sovrani d’Italia ha oggi sede l’Istituto d’Arte di Porta Romana con all’interno la Gipsoteca, una delle più importanti raccolte di sculture in gesso d’Italia.

Gonfalone Sferza Oltrarno

Gonfalone del Nicchio

Molte importanti famiglie dell’Oltrarno costruirono in quest’area le loro residenze già dall’inizio del XIII secolo. Al suo interno due zone ben diversificate: un’area collinare a sud con scarsi insediamenti urbani e più a nord, delimitata da Borgo San Jacopo, sdrucciolo de’ Pitti e via Guicciardini, la parte più facoltosa del quartiere.

Gonfalone Nicchio Oltrarno

Gonfalone della Scala

Un Gonfalone ricco di contrasti. La presenza di un borgo di nome Pidiglioso, indicava una prevalenza della parte più povera della popolazione. Il borgo cambiò successivamente il suo nome e anche il suo carattere, quando la nobile famiglia fiorentina dei Bardi costruì il suo primo palazzo agli inizi del XIII secolo: nacque così via de’ Bardi.

Gonfalone Scala Oltrarno
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